Il buon vino nasce in vigna: metodo di allevamento e potatura
Quando entriamo in vigna, noi di Cantina Pedres sappiamo che otterremo i migliori risultati nel bicchiere solo se sapremo bilanciare l’idea di vino che vogliamo produrre con il rispetto del vigneto, curando con passione e competenza sia il ciclo annuale di vita delle piante che gli equilibri che consentono al terreno di sostenerlo. Si tratta di un lavoro continuo e che comincia nel pieno dell’inverno, quando la vite abbandona le sue foglie, matura il suo legno ed entra in quiescenza. È in quel momento che cominciamo ad agire con un’operazione fondamentale: la potatura.
Potare una vite è il primo modo in cui il vignaiolo può stimolare la pianta a produrre uve di grande qualità e varia in funzione del metodo di allevamento che si è scelto, dato che il metodo modifica sia l’aspetto della vite che il numero delle gemme fruttifere che potrà generare dal legno di almeno un anno. Per questo abbiamo deciso di coltivare il nostro Vermentino con il metodo Guyot, dove a un fusto non molto alto si accompagna un tralcio orizzontale – chiamato “capo a frutto” e dal quale nasceranno tralci, fiori e grappoli – che può ospitare fino a una decina di gemme.
Si tratta non solo di uno dei metodi più indicati per la viticoltura di alto livello, la stessa che utilizziamo nel vigneto da ci proviene il nostro vino piu’ rapprentativo il Thilibas, ma anche di uno dei più versatili: nel caso del Vermentino infatti il metodo Guyot controbilancia il fatto che le prime due gemme sono poco fruttifere. Il Cannonau produce invece frutti da tutte le gemme che partono dal legno di almeno un anno, il che lo rende adatto a più metodi di allevamento.
Per il nostro Cannonau abbiamo scelto nuovamente il Guyot, ma in questo caso il numero alto di gemme fruttifere rende necessaria anche una potatura estiva, così da stimolare la pianta a distribuire in modo ottimale i nutrienti nei grappoli e aumentare la qualità del frutto. Per lo stesso motivo abbiamo scelto di tenere le viti vicino al terreno, in modo che i nutrienti possano arrivare senza difficoltà dalle radici ai grappoli: durante le stagioni calde la luce e il calore trasformeranno infatti il nutrimento del terreno in zuccheri, che poi diventeranno alcool durante la fermentazione.
Solo una vite allevata con il giusto metodo e ben potata potrà quindi affrontare al meglio il nuovo anno, quando le temperature diventeranno più miti e vedremo la linfa sgorgare dalle potature generando quel fenomeno che spesso si chiama “pianto” delle viti. Circa un mese dopo nasceranno i primi germogli che diventeranno foglie e tralci, e due mesi più tardi sui tralci si formeranno i primi fiori che, fecondati, diventeranno acini d’uva. Il processo raggiungerà il suo culmine prima con l’invaiatura – quando il cambio di colore della buccia indicherà una variazione chimica del contenuto – e poi con la maturazione, quando i livelli di zuccheri, acidità e aromi avranno raggiunto il livello che desideriamo. Avremo così finalmente quella materia prima di qualità che avevamo immaginato all’inizio dell’anno, essenziale come base per produrre il nostro Vermentino Superiore Thilibas e il Cerasio Cannonau